Articolo de ‘La Gazzetta dello sport online’ del 24 settembre 2015
Allegri e le cosce di Dybala. L’esperta: “Ma troppi muscoli portano rischi” Leggi l’articolo
Articolo di Fabrizio Salvio autore anche dell’inchiesta apparsa su Sportweek del 18/11/2017, che richiama il nostro video sul calciatore Salvatore Molina; entrambi visibili anche sul nostro sito. Clicca qui per leggere l’articolo di Sportweek
Nel 2016 Dybala subisce due infortuni muscolari, causati da normali gesti atletici, su cui vogliamo porre l’attenzione:
Infortunio Marzo 2016: lesione al bicipite femorale destro rimediata nel derby del 20 marzo 2016, calciando una punizione.
Ha così saltato: juventus – empoli; milan – juventus; juventus – palermo
ed è tornato in campionato Juventus-Lazio del 20 aprile
Infortunio del 22 ottobre 2016 – In milan – Juventus 1-0, calciando da metà campo, come visibile nella sequenza di foto qui sotto.
Ha così saltato: juventus – sampdoria 26 ottobre juventus- napoli 29 ottobre chievo – juventus 6 novembre juve- pescara 19 novembre genoa-juve 27 novembre juve-atalanta 3 dicembre ed è rientrato in campionato per juventus-roma del 17-12
Ultimo infortunio sabato 6/1/2018
Cagliari – Juventus: Flessore gamba destra
La grande paura è che nasca un altro ‘caso Pato’
LE COSCE DI DYBALA – guardando al futuro – di Carlo Apostolo
Premesso che sono un tifoso juventino da più di 70 anni e che ho visto tramite Sky quasi tutte le partite della Juventus, ho chiesto a mia moglie Laura di fare un’analisi muscolare e posturale di Paulo Dybala perchè avevo la sensazione che, dopo l’aumento della sua massa muscolare, dichiarato ufficialmente, ci fosse stata una diminuzione della sua straordinaria rapidità, soprattutto nella partenza e anche della precisione e potenza nei tiri da fermo che erano la sua caratteristica principale.
Laura ha innanzitutto dichiarato che non fa diagnosi senza aver visitato la persona.
Ecco la mia analisi da ingegnere quale sono. Le prestazioni di Dybala all’inizio dell’attuale campionato sono state straordinarie, poi c’è stato un calo. Non entro in merito ai problemi di carattere psicologico che non sono in grado di valutare, ma mi limito a proporre una lettura della situazione di Paulo Dybala dal punto di vista dell’equilibrio soprattutto dinamico.
Ho l’impressione che questo eccezionale atleta, un vero fuoriclasse, ancora giovanissimo, abbia prima avuto due infortuni muscolari, inutilmente paventati da Laura, comunque difficili da spiegare in un atleta così giovane ed elastico e poi abbia perso visibilmente parte della sua rapidità e velocità di spostamento in particolare quando deve ripartire da fermo palla al piede. Molti dei miei amici e conoscenti, appassionati di calcio, mi hanno confermato di aver avuto la stessa sensazione.
Voglio richiamare quello che ha scritto Laura nel libro “Basta saper vedere” edito nel 2013 e di estrarre i passi in cui vengono analizzati i problemi muscolari (il libro si può scaricare gratuitamente dal sito – clicca qui).
Ecco gli estratti di ‘Basta Saper Vedere (La prevenzione nel calcio e in altri sport)’:
Ronaldo (pag 5):
L’eccessivo potenziamento dei muscoli posteriori del dorso, e soprattutto dei flessori del ginocchio e di quelli plantari, aveva comportato nel giocatore un’evidente iperlordosi lombare, la rotazione interna del femore e una rotazione esterna della tibia, sottoponendo il tendine rotuleo a una trazione eccessiva e fuori asse sul suo punto di inserzione tibiale. Ho così avuto modo di osservare che nello sport in generale la maggior parte dei problemi è dovuta a un potenziamento muscolare eccessivo, quindi “squilibrato”. In particolare nel calcio, ho visto troppi ragazzi, giovani e giovanissimi, con cosce di dimensioni sproporzionate, vittime di infortuni muscolari e tendinei dovuti ad allenamenti sbagliati. Con mio marito, parlando di incidenti muscolari in ambito sportivo, osservavamo spesso che sarebbe più intelligente, sotto vari aspetti, intervenire sulle cause a monte, ossia sulla preparazione atletica. L’idea di scrivere questo libro nasce dal desiderio di suggerire un approccio che, rispettando la morfologia naturale e la complessità del singolo individuo, riduca il rischio di incidenti e favorisca lo sviluppo del potenziale di ciascuno.
La complessità (pag 13):
Con il passare del tempo mi è diventato sempre più evidente che problematiche complesse, come le patologie posturali e neuromuscolari che seguo quotidianamente, non possono essere affrontate con un approccio semplicistico e riduttivo. Ogni paziente è un caso a sé, unico e irripetibile, che va valutato con grande attenzione, perché due sintomi patologici apparentemente identici, riferiti a due esseri umani diversi potrebbero essere risolti con due approcci terapeutici differenti. Come ama ripetere mio marito, ingegnere elettrotecnico e inventore, non esistono soluzioni semplici a problemi complessi. Può sembrare strano che un medico e un ingegnere siano pervenuti alle stesse conclusioni, ma nel nostro caso è così. Siamo entrambi convinti che qualsiasi realtà vada considerata nella sua complessità, e non in modo semplicistico.
Taranto Calcio (pag 25):
Nel 2011 ho ricevuto una proposta di collaborazione con una squadra di calcio a livello professionistico che ho accettato, anche per l’interesse di mio marito appassionato fin da ragazzo di questo sport, e che è iniziata con le visite di ventiquattro giocatori. Dagli esami obiettivi è risultato che ben ventitré atleti manifestavano la stessa problematica: spalle risalite, appoggio dei piedi prevalente sulla parte esterna, iperlordosi lombare e conseguente antiversione del bacino, rotazione interna dei femori e rotazione esterna delle tibie con conseguente eccesso di pressione della rotula sul condilo esterno del femore. Gli stessi preparatori atletici ci hanno chiarito la causa della postura mostrandoci l’attrezzatura della palestra che i calciatori utilizzavano con assiduità, e rivelandoci che gli allenamenti finivano spesso con un centinaio di flessioni sulle braccia.
Il perchè di alcuni infortuni (pag 27):
Spesso Carlo mi chiama per vedere la dinamica degli infortuni di qualche calciatore. Le cause sono tristemente ripetitive: un eccessivo potenziamento dei dorsali, dei bicipiti femorali, dei flessori del ginocchio e dei flessori plantari, senza che sia stato fatto un corretto riequilibrio con un lavoro sui muscoli antagonisti.
Del Piero (pag 27):
Una volta ho assistito all’incidente di un grande campione e capitano di un’importantissima squadra di serie A , avvenuto durante l’iperestensione verso l’alto della gamba nel tentativo di controllare il pallone. Un infortunio causato anche in questo caso dal disequilibrio dei suoi muscoli dovuto all’allenamento, e non, come mi è capitato di sentir dire da un commentatore televisivo, perché l’atleta aveva muscoli non adeguati ai propri tendini.
Pato (pag 27):
Mi ha colpito il fatto che un altro famosissimo calciatore abbia riportato una ventina di incidenti muscolari in pochissimi anni, spesso non dovuti a estensioni o scatti repentini ma a un semplice cambiamento di direzione o durante la corsa. La sua postura mostrava un’evidentissima iperlordosi lombare, con antiversione del bacino e glutei ipertrofici.
Calci di Punizione (pag 66):
Gli specialisti dei tiri di punizione, per esempio, difficilmente hanno cosce particolarmente sviluppate. Si tratta di un gesto tecnico di alta precisione e difficoltà, perché è necessario colpire il pallone con effetto e potenza, in modo che superi la barriera avversaria e centri la porta. Perché il quadricipite rilasci la massima potenza al momento dell’impatto, non deve essere frenato dai suoi antagonisti (in particolare bicipite femorale, semimembranoso, semitendinoso). Un eccessivo potenziamento delle cosce rende, invece, questi ultimi rigidi, impedendo loro di allungarsi adeguatamente.
Le cure (pag 59):
La rieducazione avviene su un lettino da noi progettato, con due prolungamenti mobili apribili a centottanta gradi, in corrispondenza delle braccia. Nella postura di base (messa in asse) il paziente viene trattato in posizione supina: lo scopo primario è allungare, tramite posture e massaggi di stiramento, le catene muscolari, in modo che non frenino più le articolazioni, e gli altri muscoli possano riprendere la propria funzione e ricuperare il tono perduto. Si sciolgono così tutti quei “nodi” che sono dannosi per articolazioni, tendini, legamenti, dischi e menischi. Compito del terapista è andare a caccia delle compensazioni per scoprire la vera origine del problema e nei casi più gravi risalire, facendosi guidare dal corpo, la catena degli aggiustamenti che il paziente ha messo in atto inconsciamente per riuscire a sopportare i dolori originali, e originanti. Durante tutto il trattamento il terapista deve correggere le compensazioni che il corpo via via trova per sfuggire all’allungamento: il corpo, infatti, non sopporta costrizioni (che siano apparecchi ortodontici, plantari, corsetti, stiramenti) e cerca sempre di sfuggire, contorcendosi.
LA SINTESI DI CARLO APOSTOLO
Letti questi estratti è chiaro che mi restano pochi dubbi che alla luce dell’esperienza di Laura è indispensabile che i muscoli agonisti e antagonisti degli sportivi siano in equilibrio altrimenti la potenza muscolare dei quadricipiti è frenata dai flessori della coscia. Ho imparato che quando questo avviene la potenza del tiro, rilasciata dal quadricipite, subisce alterazioni. “E’ come calciare con i freni tirati”, mi ha sempre detto e infatti questo freno non si rilascia e può modificare la forza e la precisione dei passaggi, anche i più semplici.
Ho osservato attentamente i due rigori sbagliati da Dybala. Mi è risultato evidente che in entrambi i tiri è mancata la forza, come è successo con le punizioni dal limite nella partita con il Benevento. Molti altri tiri, soprattutto effettuati in area, in cui si richiedeva la massima rapidità, hanno avuto a mio avviso analoga difficoltà e sono arrivati senza energia al portiere avversario.
La stessa dinamica si ha nel tiro in corsa (spesso è la conclusione delle azioni personali, specialità di Dybala) in cui la tensione eccessiva dei muscoli dorsali impedisce il corretto posizionamento del bacino e della schiena, sbilanciando il giocatore all’indietro. Il tiro perde così in precisione, tendendo molto spesso a finire alto.
Quando si potenziano troppo i muscoli, che hanno nell’elasticità e rapidità di contrazione le migliori qualità, ho il dubbio che sia necessaria più energia per ogni scatto, per ogni sforzo e per la corsa. Questo provocherebbe un maggior affaticamento dell’atleta e quindi, un difficile mantenimento della sua forma migliore, nel tempo.
Infine propongo di leggere l’articolo “La preparazione fisica non esiste” scritto dal preparatore atletico del Barcellona Paco Seirulo (clicca qui). Il Barcellona è ai vertici mondiali da diversi anni e ha sempre avuto atleti rapidi, elastici, veloci con un numero di infortuni muscolari molto basso. Era ed è la squadra con il più basso peso totale dei suoi giocatori.
IO HO UN SOGNO: CONOSCERE CHE COSA PENSA IL DIRETTO INTERESSATO DELLE NOSTRE TESI
IL PENSIERO DI LAURA.
È davvero un peccato vedere talenti puri che perdono alcune delle loro straordinarie caratteristiche e rischiano incidenti che rallentano, a volte interrompono, la loro carriera. Dybala non è certo “un caso estremo”come quello di Salvatore Molina. Data la sua giovane età sarebbe sufficiente riequilibrare i suoi muscoli, allungare quelli della catena posteriore (specie i dorsali )e riacquisterebbe la sua elasticità, velocità e precisione nel tiro.